Le cose succedono.
Notizie, episodi, cronaca. Le cose accadono. Si illuminano per un istante, vivono la loro vita breve di farfalle, poi scivolano via. Foglie, rami secchi ingoiati nel grande fiume della vita.
Ogni tanto, però, qualcuna di queste cose si ferma: perché è particolarmente bella, o particolarmente brutta, o particolarmente interessante, o magari solo perché è arrivata al momento giusto. Qualche altra poi viene recuperata a posteriori, perché la sua importanza non era stata capita sul momento. Con questi fatti, con gli avvenimenti che restano nella mente, si costruisce la Storia.
Il resto, le cose minime, finiranno per essere dimenticate dai più, divorate da quel tritacarne che è il tempo. Al massimo vivranno nella memoria di pochi. Ricordi personali, di quelli che si raccontano per cercare di condividerli, nel tentativo (vano) di farli diventare ricordi di molti. Sono le storie minori, le nostre storie, quelle che non si arrampicheranno mai così in alto da poter essere viste da tutti.
La Storia, dicevamo, quella con la maiuscola. Quell'insieme di fatti condivisi che mettiamo in fila come perle di un rosario per dare un senso agli accadimenti della vita. La Storia dell'Umanità, quella delle Religioni, quella delle Nazioni. O quella del Calcio.
Già, la Storia del Calcio.

Nella mia storia invece, il Vicenza è quello dell'88. 17 Gennaio 1988, il giorno del matrimonio di mio cugino,


Verona, la stessa Verona che nella nostra piccola storia è un ricordo dolcissimo, quello dei playout al cardiopalmo del 2007, prima acciuffati per il rotto della cuffia grazie ad una clamorosa vittoria contro la Juventus a Torino e poi conclusi con una salvezza conquistata ai danni degli scaligeri dopo due partite mozzafiato. Corsi e ricorsi: sulla panchina di quel Verona sedeva Giampiero Ventura, che aveva allenato anche gli Aquilotti nel 1986, portandosi dietro dall'Entella i fidati Guerra, Stabile e Spalletti (già, proprio quello Spalletti...), per essere poi rilevato a metà stagione da Sergio Carpanesi (già, guarda un po', di nuovo Carpanesi... La Storia, le storie). E per completare il tutto, questa volta ritroveremo sulla panchina scaligera un vecchio amico, quell'Andrea Mandorlini che da allenatore aveva riportato lo Spezia in C1nel 2000, per perdere la B ai playoff l'anno successivo.
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